Tolfa Short Film Festival

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SABATO 4 LUGLIO ORE 23,30: CINEMA D'AUTORE: PROIEZIONE DEL FILM PREMIO OSCAR 2015 IDA

 


di Pawel Pawlikowski

Premio Oscar Miglior Film Straniero 2015

Polonia, 1962. Anna è una giovane orfana cresciuta tra le mura del convento dove sta per farsi suora: poco prima di prendere i voti apprende di avere una parente ancora in vita, Wanda, la sorella di sua madre. L’incontro tra le due donne segna l’inizio di un lungo viaggio alla scoperta l’una dell’altra, ma anche dei segreti del loro passato.

Anna scopre infatti di essere ebrea: il suo vero nome è Ida, e la rivelazione sulle sue origini la spinge a cercare le proprie radici e ad affrontare la verità
sulla sua famiglia, insieme alla zia. All’apparenza diversissime, Ida e Wanda impareranno a conoscersi e forse a comprendersi: alla fine del viaggio, Ida si
troverà a scegliere tra la religione che l’ha salvata durante l’occupazione nazista e la sua ritrovata identità nel mondo al di fuori del convento.

Pawel Pawlikowski è un cineasta di origini polacche, vincitore di due Premi BAFTA. Nato a Varsavia, lascia la Polonia a 14 anni per andare a vivere in
Germania e in Italia, prima di trasferirsi in Gran Bretagna nel 1977. A metà degli anni 1980 inizia a realizzare documentari per la BBC, tra i quali From
Moscow to Pietushki, Dostoevskyʼs Travels, Serbian Epics e Tripping con Zhirinovsky (vincitori, tra gli altri, di un premio Emmy, un Prix Italia, il
Grierson e due premi della Royal Television Society, oltre a molti altri riconoscimenti nel circuito festivaliero). Nel 1998 Pawlikowski esordisce nei
cinema di finzione con il tv-movie a basso budget Twockers, e in seguito dirige Last Resort (2001), My Summer of Love (2004) e La femme du cinquième 2011). Ida è il suo primo film girato in Polonia.

Del film il regista dice :

«Ida è un film sull'identità, la famiglia, la fede, il senso di colpa, il socialismo e la musica. Volevo fare un film sulla storia che tutta via non sembrasse un film storico, un film con una morale ma senza lezioni da impartire; volevo raccontare una storia in cui “ciascuno ha le sue ragioni”, una storia più vicina
alla poesia che alla prosa. E, soprattutto, volevo stare alla larga dalla solita retorica che caratterizza il cinema polacco. In Ida la Polonia è mostrata
attraverso gli occhi di una “outsider”, filtrata dalla memoria e dalle emozioni personali, dai suoni e dalle immagini dell’infanzia».